Quello delle pensioni è un tema molto sensibile, che riguarda il presente o il futuro di tutti gli italiani. È interessante allora leggere quanto scrive l’istituto Itinerari previdenziali nel suo settimo Rapporto del Sistema Previdenziale Italiano, presentato ieri alla Camera.
La spesa previdenziale pura, quella finanziata dai contributi dei lavoratori, appare sotto controllo e non desta alcun allarme per il futuro. Lo stesso non si può dire della spesa assistenziale, che grava sugli introiti delle tasse pagate da tutti i cittadini. Il suo costo appare sempre più insostenibile.
La crisi economica ha inferto ferite profonde nel nostro tessuto sociale e le istituzioni hanno il dovere di non lasciare indietro nessuno. Ma se il numero delle persone in condizioni di povertà in questi anni è aumentato, se l’occupazione non riesce a decollare, vuol dire che gli strumenti messi in campo non sono stati adeguati. Lo scrive bene oggi Maurizio Del Conte sul Corriere della Sera: il reddito di cittadinanza ha sovrapposto disoccupazione e povertà, come se fossero lo stesso fenomeno, quando si tratta invece di emergenze distinte – per quanto collegate – che vanno affrontate ciascuna con misure specifiche.
La politica deve dire basta una volta per tutte a provvedimenti demagogici, come il reddito di cittadinanza, che servono solo a raccogliere un consenso immediato, senza restituire nulla sul piano dello sviluppo, né essere efficaci nell’aiuto ai più deboli. L’assistenzialismo è stato troppo a lungo un male di questo Paese e a pagarlo è stato paradossalmente proprio chi ha più bisogno di una vera assistenza.
Se vogliamo mettere in sicurezza le pensioni del futuro, dobbiamo intervenire sul mercato del lavoro del presente.
Resta aperta, in particolare, una questione femminile, che dobbiamo considerare come un’emergenza per l’intero Paese. È una battaglia che porto avanti da tempo e per la quale Voce Libera ha proposto un piano d’azione su più punti: borse di studio per le studentesse di corsi di studi tecnico-scientifici, ‘quota mamma’ per anticipare l’età pensionabile di un anno per ogni figlio, agevolazioni per le assunzioni femminili. Sosteniamo anche l’istituzione di un assegno unico per ogni figlio: mi auguro che governo e maggioranza raggiungano presto questo obiettivo, senza preoccuparsi solo di piantare qualche bandierina di parte.
Questo è il metodo da seguire, che vale per le pensioni, il lavoro o qualsiasi altro tema. La politica deve imparare a programmare, a guardare ai prossimi cinque o dieci anni, anziché alle prossime elezioni. Quando si confronta con i cittadini, ascolta gli esperti – come Voce Libera vuole e ha già iniziato a fare – può mettere in campo proposte efficaci e soluzioni praticabili. Solo così rimetteremo l’Italia sulla strada della crescita e assicureremo agli italiani le pensioni, il lavoro e l’assistenza di cui hanno bisogno.
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