L’emergenza sanitaria per il Coronavirus non è ancora terminata e già ci ritroviamo a doverne fronteggiare effetti sull’economia, che rischiano di essere drammatici. Un Paese come l’Italia, già tecnicamente in recessione, deve prendere contromisure immediate.
Una crisi “percepita” sta già avendo conseguenze molto pesanti sulla nostra immagine all’estero. L’impatto sull’economia reale (a cominciare dal turismo e dalle attività ad esso collegate) e quello sui mercati finanziari sono evidenti.
Se l’epidemia da Coronavirus non verrà arginata in breve tempo – come temiamo – la crisi economica si dispiegherà e si potrà toccare con mano nelle imprese e nelle famiglie, lungo tutto il Paese.
Il governo sta cercando di correre ai ripari. Apprezziamo la volontà di coinvolgere anche l’opposizione nella definizione dei provvedimenti di emergenza e ci auguriamo che questo metodo sarà mantenuto anche nelle prossime settimane.
Dal canto nostro, vogliamo concentrarci su tre aspetti che riteniamo fondamentali.
La prima cosa che verrà a mancare nei prossimi giorni saranno la liquidità e il credito a breve termine e non possiamo consentire che per questo si fermino le nostre piccole e medie imprese, i lavoratori autonomi, ma anche la vita quotidiana di chi è costretto a interrompere la propria attività. È indispensabile, quindi, favorire l’accesso al credito agevolato per famiglie, artigiani e professionisti.
Inoltre, chiediamo al governo di ridurre gli acconti Irpef, Ires e Irap, così da non intaccare ulteriormente nell’immediato le disponibilità finanziarie delle aziende e dei lavoratori autonomi.
Per rimettere in moto l’economia servono investimenti. Quelli pubblici, se guardiamo a una scadenza inevitabilmente più lunga. Ma nell’immediato occorre favorire quelli privati, introducendo un credito d’imposta per un periodo limitato, da rimodulare eventualmente in base alla durata dell’emergenza, da corrispondere alle imprese (modello dei tax refund americani).
È fondamentale, quindi, sbloccare i lavori pubblici. Apprezziamo e sosteniamo tutte le proposte volte ad accelerare l’esecuzione delle opere già finanziate, ma bloccate da impedimenti burocratici. Su questo, però, anche l’Europa deve fare la sua parte. Bruxelles deve promuovere un Piano Marshall di investimenti, rivolto essenzialmente alla realizzazione di grandi infrastrutture che diano lavoro nell’immediato e creino le condizioni per un ulteriore sviluppo futuro, soprattutto in territori svantaggiati come il nostro Meridione. Il governo italiano ha tutto il diritto e il dovere di far sentire la propria voce in tal senso con i partner europei.
Le nostre non sono naturalmente proposte esaustive, né hanno la pretesa di risolvere i tanti problemi del nostro Paese. Anche in questa fase, però, Voce Libera vuole mantenere la promessa di rifuggire da allarmismi e populismi, per concentrarsi su idee concrete e realizzabili. Il tempo di far ripartire l’Italia è ora!
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