Rispetto al Recovery Fund o, come si chiama ora, il piano Next Generation EU proposto dalla Commissione europea, ho detto ormai da diverse settimane che la differenza tra risorse rese disponibili sotto forma di prestiti e risorse disponibili come trasferimenti a fondo perduto è meno forte di quanto si potrebbe pensare, in un sistema chiuso come l’Unione Europea.
I prestiti vanno restituiti, i trasferimenti a fondo perduto no, in teoria.
Ma in pratica tutti i Paesi dovrebbero effettuare trasferimenti verso l’Unione in modo da consentire a questa di rimborsare i prestiti a sua volta contratti per il Recovery Fund.
Per i Paesi più colpiti dalla pandemia come il nostro, ci sarebbe comunque un vantaggio nell’avere trasferimenti piuttosto che prestiti: i trasferimenti verso l’Italia sarebbero proporzionali all’impatto della crisi, mentre i trasferimenti verso l’Unione Europea avverrebbero in base alla quota di Pil italiano. Ma il vantaggio sarebbe meno forte di quanto si potrebbe pensare.
La Commissione peraltro propone che le risorse per ripagare il prestito contratto vengano, almeno in parte, da tasse europee, quindi non richiede un completo trasferimento dai Paesi verso l’Unione negli anni del ripagamento del prestito da questa contratto. Tali tasse potrebbero comunque ricadere sui residenti dei vari Paesi, compresa l’Italia.
Ripeto, questa compartecipazione al pagamento dei prestiti era inevitabile a meno di trasferire risorse all’Italia e di chiedere ai contribuenti tedeschi di rimborsare il prestito contratto dalla UE.
Resta comunque il fatto, valido sia per i prestiti che per i trasferimenti, che l’Italia beneficerebbe di risorse che sono rese disponibili a un tasso (esplicito nel caso dei prestiti o implicito nel caso dei trasferimenti) ben più basso di quello a cui lo Stato italiano prende attualmente a prestito. Da qui un elemento di solidarietà, comunque importante.
Inoltre, per la parte relativa ai trasferimenti, il debito pubblico italiano non aumenterebbe dal punto di vista contabile, il che rappresenta un vantaggio per un Paese ad alto debito.
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