Più che un tornare all’antico, per i Cinquestelle è un precipitare nell’assurdo. Stanno al governo e mobilitano la piazza, fanno politica e se la prendono con “i politici”, contestano una norma in realtà abolita nel 2012, dichiarano guerra a chi vuole “reintrodurre” i vitalizi dei parlamentari senza che alcun parlamentare abbia manifestato quest’intenzione. Surrealismo puro.
L’unico elemento di realtà, nella manifestazione annunciata dal Movimento Cinquestelle per domani a Roma, è la scelta della piazza: non i 43mila metri quadri di piazza San Giovanni, ma i 7mila di piazza San Silvestro. Evidentemente, i capataz grillini sono consapevoli del fatto che la loro capacità di mobilitazione popolare non è più quella d’un tempo.
Dove sbagliano, e di grosso, è invece nel ritenere che basti inastare nuovamente la bandiera corsara del Movimento anti Casta perché il vento torni a gonfiare le vele strappate della loro malandata navicella politica. Ancora la polemica sui vitalizi? Ancora la delegittimazione delle Istituzioni e il taglio della rappresentanza parlamentare? Ancora l’esibizione di una presunta diversità morale? Suvvia, siamo seri.
Ormai l’utopia s’è fatta Storia e della classe dirigente cinquestelle abbiamo concretamente saggiato le capacità. Il quadro è oggettivamente sconfortante.
La spregiudicatezza nelle alleanze, la schizofrenia legislativa e l’inconsistenza politica esibite in quasi due anni di governo si rispecchiano nell’incapacità amministrativa mostrata nel tempo dai sindaci grillini, a partire dalla Raggi a Roma.
C’è un problema di credibilità e c’è un problema di identità. Qual è l’identità politica e culturale del Movimento Cinquestelle? Che visione hanno, i grillini, dell’Italia e del suo futuro? Come pensano di confutare le autorevoli e nefaste previsioni di una crescita economica ridotta a zero a fine 2020? Qual è, oggi, la loro idea-guida? Mistero. Così come misterioso appare il senso delle loro divisioni interne.
Morale della favola: il populismo e lo spirito anti Casta possono servire per vincere le elezioni, farvi ricorso dai ranghi del governo significa ammettere la propria impotenza politica e rimarcare una sostanziale inconsistenza programmatica.
Lascia un commento