L’ultima è il decreto con cui il governo ha imposto alla Puglia un commissario per la parità di genere nelle candidature alla Regione. Un intervento in materia elettorale, assunto a pochi giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste senza alcuna intesa con le opposizioni. Iniziativa in altri tempi impensabile. Ma si tratta solo, appunto, dell’ultimo strappo a consuetudini antiche.
Mai era successo prima che la data di elezioni regionali e amministrative fosse decisa unilateralmente da governo e maggioranza. Mai era successo prima che un referendum confermativo su una legge costituzionale fosse abbinato a un voto politico per assecondare i calcoli di un partito di governo (il Movimento 5stelle). Mai era successo prima che i decreti della Presidenza del Consiglio venissero elevati a rango di legge pur non passando per il vaglio del Parlamento e del Quirinale.
Mai era successo prima che il Parlamento venisse esautorato dal governo nel fronteggiare un’emergenza nazionale.
Mai era successo prima che il bicameralismo venisse di fatto abolito con tempi iper contingentati e abuso della questione di fiducia. Mai era successo prima che venissero congelati per ordinanza diritti costituzionali ritenuti inviolabili. Mai era successo prima che un governo, unico al mondo, prorogasse uno stato di emergenza in assenza dell’emergenza.
E ancora: la secretazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico sulla cui base fu disposto il lockdown, le manovre per mandare a processo uno dei leader dell’opposizione per le decisioni politiche assunte quando ricopriva la funzione di ministro, la riforma dei servizi segreti all’insaputa del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti…
Tutte cose mai successe prima. E va bene che Giuseppe Conte è persona ben educata e sa anche fare il baciamano alle signore, ma diciamo la verità: se tutto questo, o solo la metà di tutto questo, l’avesse fatto Silvio Berlusconi o un qualsiasi leader del centrodestra nelle piazze d’Italia, e probabilmente del mondo, sarebbe tutto un carnevale di giuristi democratici, copie della Costituzione, girotondi, partigiani, articoli 1, popoli viola, popoli arancioni, popoli arcobaleno, libertà e giustizia, micromega, sardine, grillini, centri sociali, nannimorettiani, fatti quotidiani, preti di strada, amnesty internazional, emergency, sindacati confederali, sindacati di base, sindacalisti della Rai, lettori di Repubblica, attori, attrici…
E sarebbe anche difficile dargli torto.
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