Il MES era stato creato per scopi diversi da quelli per cui si intende usarlo ora. Era volto a finanziare Paesi che avessero bisogno di un aggiustamento relativamente rapido nelle loro politiche di bilancio (Irlanda, Portogallo, Grecia, Cipro) o nel settore bancario (Spagna). Ma usare adesso questo canale ha un indubbio vantaggio, quello di utilizzare una istituzione già esistente, capace di raccogliere rapidamente fondi che potevano essere impiegati per finanziare l’emergenza, soprattutto quella sanitaria.
La linea di credito messa a disposizione dei Paesi comporterebbe un prestito per l’Italia di 36 miliardi a tasso quasi zero e con scadenza probabilmente decennale. Il risparmio cumulato su 10 anni sarebbe di circa 5 miliardi, quindi non irrilevante: sono 500 milioni l’anno, 9 volte più del risparmio annuo derivante, per esempio, dal taglio nel numero dei parlamentari (seppure per un periodo limitato a 10 anni).
La condizionalità del MES è oggi limitata all’obbligo di usare i fondi per gli effetti diretti e indiretti della crisi sanitaria.
L’Italia entrerebbe automaticamente in “sorveglianza rafforzata” (ex Regolamento 472/2013), ma Commissione ed Eurogruppo ci hanno assicurato che questa sarebbe limitata all’uso dei fondi per la sanità, che non ci sarebbero missioni di controllo aggiuntive. Inoltre, non c’è intenzione di attivare la raccomandazione, possibile per i Paesi in sorveglianza rafforzata, di presentare un programma di aggiustamento macroeconomico. Mi sembra ci si possa fidare.
Sottolineo anche che se la Commissione volesse mettere l’Italia in sorveglianza rafforzata potrebbe farlo di sua spontanea iniziativa, sempre ex Reg. 472/2013. Non avrebbe bisogno del “cavallo di Troia” MES per farlo.
Il programma con il MES durerebbe in ogni caso solo per il periodo di erogazione del prestito, un anno o poco più. Nel periodo seguente ci sarebbe una sorveglianza post-programma, ma una sorveglianza ci sarebbe in ogni caso come parte della attività della Commissione anche senza MES e non comporterebbe certo condizionalità.
In conclusione, non vedo proprio ostacoli all’uso del MES sanitario.
Certo, sarebbe leggermente meglio se anche altri grandi Paesi lo richiedessero, in termini di possibile “stigma”, ma si tratta di una differenza tutto sommato di minor conto. E, visti i maggiori tassi di interesse che l’Italia paga sui propri prestiti, il MES sanitario sarebbe molto più vantaggioso per noi che per la Francia o per la Spagna.
Credo quindi che il Parlamento dovrebbe sostenere una richiesta italiana di un prestito sanitario dal MES, qualora il governo decidesse di procedere in questa direzione.
Leggi anche l’altro articolo di Carlo Cottarelli sui fondi europei per l’emergenza: “Il Recovery Fund non è gratis, ma aiuta molto”.
Comments on Post(1)
Raffaello Morelli
Contrariamente a quanto scrive, il vero rischio per l’Italia nell’accettare il MES non deriva dalle decisioni della Commissione UE circa la sorveglianza rafforzata, bensì dalle regole imposte in tal caso dal Trattato costitutivo MES che affida tale sorveglianza alla Troika (Commissione UE, FMI,BCE) che negli anni ha dato una prova del tutto negativa sul modo di fare il controllo (oltretutto la Banca MES godi forti privilegi e protezioni giuridiche). Dunque il rischio sarebbe evitato solo con una modifica preventiva delle norme, quanto meno limitata al caso attuale.