Oggi Mara Carfagna, in una intervista al quotidiano Avvenire, ha presentato una proposta: utilizzare la metà dei fondi previsti per il reddito di cittadinanza (3,7 miliardi nel 2021) per far partire già da gennaio l’assegno unico universale per le famiglie. Nei piani del governo, infatti, questa misura sarebbe rinviata solo a luglio del prossimo anno.
L’idea nasce da una considerazione di fondo: il sussidio voluto dal M5S è rivolto soprattutto ai single e alle coppie, mentre penalizza le famiglie, soprattutto quelle numerose.
Il reddito di cittadinanza doveva abolire la povertà, ma ignora che i nuclei più a rischio sono proprio quelli con più figli.
A confermarlo è anche l’Istat. Come dimostrano i dati relativi al 2019, la percentuale delle famiglie in povertà assoluta e relativa aumenta all’aumentare dei componenti.
Componenti famiglia | % in povertà assoluta | % in povertà relativa |
1 | 5,7 | 6,7 |
2 | 4,3 | 8,2 |
3 | 6,1 | 13,3 |
4 | 9,6 | 20,2 |
5 o più | 16,2 | 29,5 |
A segnalare questa contraddizione era stato sin dall’inizio l’Osservatorio sui Conti Pubblici diretto da Carlo Cottarelli. Uno studio realizzato da Andrea Gorga già nel febbraio 2019 dimostrava che ottenere il reddito di cittadinanza era più difficile per le famiglie con più figli, a causa della doppia condizione imposta nella valutazione di ISEE e reddito familiare. Questo secondo criterio, infatti, risulta più difficile da rispettare per i nuclei numerosi, che anche con introiti maggiori rispetto a un single possono avere comunque difficoltà a mantenersi.
Inoltre, anche una volta superati i requisiti d’accesso, l’importo dell’assegno non tiene conto adeguatamente della composizione familiare. Questo perché la componente legata all’affitto dell’abitazione di residenza non aumenta all’aumentare del numero dei componenti del nucleo. Inoltre, è previsto che l’assegno cresca del 20% per ogni persona aggiuntiva, ma si blocca al raggiungimento dei quattro membri della famiglia.
Come risultato, le famiglie composte da quattro o più componenti percepiscono un assegno medio superiore di soli 200 euro rispetto a quello di un single. Inoltre, una coppia con due figli riceve tanto quanto una con quattro o cinque figli. Lo si evince con maggior chiarezza dai dati seguenti, forniti dall’INPS e aggiornati all’8 settembre 2020.
n° componenti famiglia | nuclei percettori | % sul totale | importo medio mensile |
1 | 426.053 | 34,11 | 481,94 € |
2 | 258.616 | 20,70 | 531,12 € |
3 | 236.052 | 18,90 | 614,06 € |
4 | 194.644 | 15,59 | 676,94 € |
5 | 89.161 | 7,14 | 696,33 € |
6 o più | 44.353 | 3,56 | 684,20 € |
Cosa succederebbe se il governo realizzasse la proposta promossa da Mara Carfagna?
Innanzi tutto, l’assegno unico per le famiglie partirebbe già da gennaio. E questo è il vantaggio più immediato per le famiglie. Il reddito di cittadinanza non sparirebbe, chi ne ha diritto continuerebbe a riceverlo anche nel 2021.
I 3,7 miliardi che rimangono a disposizione per il sussidio sarebbero redistribuiti sull’intera platea dei percettori. Gli assegni sarebbero rimodulati, così chi lo percepisce avrebbe un sostegno materiale ma al contempo non sarebbe più indotto a non cercare lavoro o a lavorare in nero. Inoltre, per non svantaggiare troppo i single e le coppie, le famiglie che riscuotono anche l’assegno unico non riceverebbero anche la quota di reddito di cittadinanza legata alla presenza dei figli nel nucleo familiare.
Così sveliamo il bluff del M5S, che di sicuro non ha abolito la povertà, e proviamo a dare una mano a chi è davvero in difficoltà e cerca un lavoro.
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