I contribuenti italiani hanno 950 miliardi di debiti nei confronti dello Stato. Una bella somma che non si riesce però a incassare, nemmeno con i provvedimenti di rottamazione delle cartelle previsti finora. Infatti, secondo quanto affermato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, lo Stato recupera solo il 10% circa dei debiti che i cittadini e le imprese hanno per le imposte accertate e non versate, iscritte a ruolo e riscosse tramite l’Agenzia della riscossione. La parte restante non sarà mai incassata, perché sono crediti che lo Stato vanta nei confronti delle imprese fallite o dei cittadini deceduti o nullatenenti.
In passato sono stati approvati dei provvedimenti di sanatoria: la rottamazione delle cartelle, la bis, la ter e soprattutto la riforma di Equitalia, da cui è nata l’Agenzia della Riscossione, deputata all’incasso diretto dei tributi e dei contributi. Le riforme e gli strumenti adottati non hanno prodotto però l’effetto desiderato e programmato dal Legislatore.
In tutti i provvedimenti della rottamazione delle cartelle si prevedeva il pagamento del suo tributo con la sanatoria della sanzione e degli interessi. Tutto ciò non è stato però sufficiente. Lo Stato continua a gestire questi crediti, che non saranno mai realizzati e che producono ulteriori costi improduttivi per l’amministrazione finanziaria e per i professionisti che devono assistere i contribuenti.
Non esistono soluzioni miracolose, ma visto ancora il carico dei tributi che lo Stato ha da riscuotere, la rottamazione dovrebbe essere molto più incentivante.
Prevedere la possibilità di definizione del debito erariale ad una percentuale molto vicina al recupero effettivo da parte dell’Amministrazione finanziaria (10%).
Quali sarebbero i vantaggi per lo Stato?
- Soldi subito invece di aspettare lunghi periodi dell’esecuzione mobiliare e immobiliare;
- possibilità di liberare risorse all’interno dell’organizzazione dell’Amministrazione Finanziaria;
- evitare inefficienze della Pubblica Amministrazione;
- esdebitamento dei contribuenti che potrebbero dopo la sanatoria pagare regolarmente i tributi e i contributi.
Questa misura dovrebbe essere adottata oggi soprattutto per le difficoltà che le imprese e i contribuenti persone fisiche hanno e avranno a causa della crisi economica derivante dalla pandemia. Si darà la possibilità, anche a coloro che hanno il peso del debito fiscale, di pagare parzialmente, di ripartire e di contribuire in futuro con il proprio lavoro alle entrate di bilancio dello Stato. In caso contrario, lo Stato ogni anno comunicherà il mancato incasso e contribuenti morosi rimarranno sempre nel sommerso e saranno un peso per la comunità.
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