Un documento ufficiale, che doveva rimanere riservato, rivela che il governo si preparerebbe a gestire la Fase 2 a partire da uno scippo di risorse al Sud. Il virus, insomma, sembrerebbe aver cancellato tutte le promesse rivolte finora dai membri dell’esecutivo a sostegno dell’economia e dei cittadini meridionali. E, cosa più grave, senza alcuna giustificazione sensata.
Il piano filtrato da Palazzo Chigi sulla gestione della Fase 2 prevede infatti tre diverse misure che tolgono risorse al Sud per redistribuirle anche alle altre regioni.
- La sospensione del vincolo di destinazione alle regioni meridionali del 34% di risorse relative agli investimenti ordinari che lo Stato effettua ogni anno. Una quota mai applicata in precedenza (con una perdita stimata per il Sud di 60 miliardi) ma che quest’anno il governo aveva preso l’impegno di mantenere.
- La destinazione ad altri scopi di 10 miliardi di fondi europei finora non utilizzati.
- Il superamento della norma di ripartizione del Fondo di sviluppo e coesione, che vuole che l’80% di quelle risorse siano impiegate nel Mezzogiorno.
E tutto questo perché? Per una emergenza che – è vero – sul piano sanitario ha colpito soprattutto le regioni del Nord.
Ma gli effetti economici del Covid-19 andranno a incidere più in profondità laddove infrastrutture, servizi pubblici e il tessuto economico e sociale sono più deboli, quindi al Sud.
Ricordiamo che uno dei motivi per cui l’intero Paese è stato posto in lockdown è proprio quello di evitare che l’epidemia si diffondesse al Sud, dove la sanità appare più debole e meno attrezzata.
Conoscono bene l’emergenza le famiglie meridionali, per molte delle quali il telelavoro o la didattica a distanza sono stati e continueranno a essere dei miraggi, a causa del digital divide dovuto all’insufficienza di infrastrutture e dispositivi tecnologici, ma anche a ragioni socio-culturali.
Di emergenza si continuerà a parlare purtroppo ancora a lungo rispetto a tante piccole e medie imprese che rischiano di chiudere. Uno studio della Sr-m, la società di studi e ricerche sul Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo, rivela che il solo settore turistico meridionale potrebbe perdere quest’anno un miliardo di euro e due miliardi di valore aggiunto.
Questo è ancora più preoccupante proprio perché il sistema produttivo è più debole, l’occupazione più fragile e instabile, la povertà più diffusa: tutti ingredienti che possono alimentare la criminalità organizzata.
Immaginare di sottrarre risorse al Sud significa non avere compreso niente di tutto questo o, peggio, ignorarlo volutamente.
Sembra che qualcuno nella maggioranza e nel governo se ne stia rendendo conto e mi auguro che intervenga per tempo. Perché se non vogliamo che la ricostruzione lasci indietro ancora di più un pezzo del Paese, indebolendo l’Italia nella sua interezza, è proprio sulle regioni meridionali che bisogna concentrare l’attenzione, con tutti gli investimenti che sono oggi ancor di più necessari.
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